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venerdì, Aprile 19, 2024

Le più belle frasi di Ennio Flaiano Raccolta completa

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Ennio Flaiano (Pescara, 05/03/1910 – Roma, 20/11/1972) fu uno sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano.
Gli aforismi, le frasi e le battute di Ennio Flaiano, sono nate dietro una fulminante e sagace ironia.
Un’amarezza che sfiora il cinismo e il disincanto, una coscienza del nulla vissuta attraverso la quotidiana descrizione dei comportamenti e i tic più assurdi e paradossali della nostra società.
In questa categoria troverete una raccolta completa delle più belle frasi Ennio Flaiano, ricavate delle sue opere più famose.






Frasi di Ennio Flaiano

Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.
(Ennio Flaiano)

Spesso la donna italiana è cuoca in salotto, puttana in cucina e signora a letto.
(Ennio Flaiano)

A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre.
(Ennio Flaiano)

L’italiano è mosso da un bisogno sfrenato di ingiustizia.
(Ennio Flaiano)

Ci sono molti modi di arrivare, il migliore è di non partire.
(Ennio Flaiano)

L’italiano è una lingua parlata dai doppiatori.
(Ennio Flaiano)

– La ragazza mi piace. E’ bella, ricca, giovane, colta.
Nell’ annuncio accennavate a un piccolo difetto fisico. Di che si tratta?
– E’ incinta. Oh, ma pochissimo.
(Ennio Flaiano)>

I capolavori oggi hanno i minuti contati.
(Ennio Flaiano)

Aumentano gli anni e diminuiscono le probabilità di diventare immortali.
(Ennio Flaiano)

L’oppio è ormai la religione dei popoli.
(Ennio Flaiano)

Vivere è diventato un esercizio burocratico.
(Ennio Flaiano)

Diavolo, vado bene di qui per l’Inferno?
– Sì, sempre storto.
(Ennio Flaiano)

La televisione mi fa dormire e mi lascia sempre insoddisfatto, come i veri sonniferi.
(Ennio Flaiano)

Lei non può immaginare quanto io non sia irremovibile nelle mie idee.
(Ennio Flaiano)

Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso.
(Ennio Flaiano)

L’evo moderno è finito. Comincia il medio-evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato.
(Ennio Flaiano)

Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà.
(Ennio Flaiano)

La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia.
(Ennio Flaiano)

L’unico modo di trattare una donna alla pari è di desiderarla come uomo.
(Ennio Flaiano)

In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All’ occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.
(Ennio Flaiano)

Colui che crede in se stesso vive coi piedi fortemente poggiati sulle nuvole.
(Ennio Flaiano)

L’avarizia è la forma più sensuale di castità.
(Ennio Flaiano)

L’arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi.
(Ennio Flaiano)

Ci lusinga di più il cieco favore della fortuna che il riconoscimento dei nostri meriti.
(Ennio Flaiano)

Il mio gatto fa quello che io vorrei fare, ma con meno letteratura.
(Ennio Flaiano)

Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta.
(Ennio Flaiano)

Occhio ai corruttori di minoranze.
(Ennio Flaiano)

La pornografia è noiosa perché fa del pettegolezzo un mistero.
(Ennio Flaiano)

Una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede.
(Ennio Flaiano)

Quando la vanità si placa l’uomo è pronto a morire e comincia a pensarci.
(Ennio Flaiano)

“E vissero sempre infelici e scontenti.” Così, per non ingannare il suo bambino termina le favole.
(Ennio Flaiano)






I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui.
(Ennio Flaiano)

La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
(Ennio Flaiano)

Niente di più triste di un artista che dice: «Noi pittori» oppure: «Noi scrittori»; e sente la sua mediocrità protetta e confortata da tutte le altre mediocrità, che fanno numero, società, sindacato.
(Ennio Flaiano)

Scaltritosi nel furto legale e burocratico, a tutto riuscirete fuorché ad offenderlo. Lo chiamate ladro, finge di non sentirvi. Gridate forte che è un ladro, vi prega di mostrargli le prove. E quando gliele mostrate “ah” dice “ma non sono in triplice copia.
(Ennio Flaiano)

Il destino dei libri troppo chiari è quello di essere per me indecifrabili.
(Ennio Flaiano)

Certi vizi sono più noiosi della stessa virtù. Soltanto per questo la virtù spesso trionfa.
(Ennio Flaiano)

Le invasioni dei barbari essendo oggi improbabili, La Natura vi supplisce con le invasioni interne e legali: i Vandali sono all’ Edilizia, Attila dirige la riforma agraria, i Goti aspettano di andare al potere. Tutti mirano a distruggere qualcosa perché il barbaro, sempre stupido ed impaziente, deve muoversi e fare altrimenti si annoia.
(Ennio Flaiano)

Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al tavolo di lavoro e si svegliò a mezzogiorno.
(Ennio Flaiano)

I secoli hanno lavorato per produrre questo individuo di stanche ambizioni, furbo e volubile, moralista e buon conoscitore del codice, amante dell’ordine e indisciplinato, gendarme e ladro secondo i casi. Nazionalista convinto, vi dice come si doveva vincere l’ultima guerra e a chi si potrebbe dichiarare la prossima. Evade il fisco ma nei cortei patriottici è quello che fiancheggia la bandiera e intima ai passanti: giù il cappello.
(Ennio Flaiano)






Cara quando siamo a letto è inutile che mi chiami commendatore. Si, capisco l’abitudine, il rispetto, tutto quello che vuoi, ma dove va a finire l’intimità. Facciamo così, chiamami semplicemente dottore.
(Ennio Flaiano)

Si levò dal letto: era bruttissima. Passò un’ora davanti allo specchio a farsi brutta.
(Ennio Flaiano)

I nomi collettivi servono a far confusione. ‘Popolo, pubblico…’. Un bel giorno ti accorgi che siamo noi.
(Ennio Flaiano)

Invece, credevi che fossero gli altri.
(Ennio Flaiano)

Anche il progresso, diventato vecchio e saggio, votò contro.
(Ennio Flaiano)

Stanco dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, lo scienziato si dedicò all’ infinitamente medio.
(Ennio Flaiano)

Ha una tale sfiducia nel futuro che fa i suoi progetti per il passato.
(Ennio Flaiano)

La troppa familiarità con le cose sacre allontana forse da Dio. I sagrestani non entrano in Paradiso.
(Ennio Flaiano)

Poco dopo incontro Mino Maccari, cupo, che mi confida: “Ho poche idee, ma confuse”.
(Ennio Flaiano)

Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente. Deplora l’assenza del modulo H. Conclude che passerà il progetto, per un sollecito esame, all’ ufficio competente, che sta creando.
(Ennio Flaiano)






Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti e di cognati…
(Ennio Flaiano)

Un dialoghetto filosofico: “Verrà al mio cocktail?”. “Certo, certissimo, anzi probabile”.
(Ennio Flaiano)

Basta alzarsi una mattina alle sette e uscire per capire che abbiamo sbagliato tutto.
(Ennio Flaiano)

Forse col tempo, conoscendoci peggio.
(Ennio Flaiano)

L’inferno, che l’italiano si ostina a immaginare come un luogo dove, bene o male, si sta con le donne nude e dove con i diavoli ci si mette d’accordo.
(Ennio Flaiano)

I grandi amori si annunciano in un modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?
(Ennio Flaiano)

Il traffico ha reso impossibile l’adulterio nelle ore di punta.
(Ennio Flaiano)

Il vero psicanalista delle donne è il loro parrucchiere.
(Ennio Flaiano)

L’italiano ha un solo vero nemico: l’arbitro di calcio, perché emette un giudizio.
(Ennio Flaiano)

La religione è finita, non c’è più nessuno che si vanti di aver portato a letto una suora.
(Ennio Flaiano)

La stupidità degli altri mi affascina ma preferisco la mia.
(Ennio Flaiano)

L’Inferno di Dante è pieno di italiani che rompono i coglioni agli altri.
(Ennio Flaiano)

Le avanguardie si trovano spesso ad essere superate dal grosso dell’esercito.
(Ennio Flaiano)

Se lei si spiega con un esempio non capisco più niente.
(Ennio Flaiano)

Anime semplici abitano talora corpi complessi.
(Ennio Flaiano)






Afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.
(Ennio Flaiano)

Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni.
(Ennio Flaiano)

È un poeta così cattivo che sette città si rinfacciano il disonore di avergli dato i natali.
(Ennio Flaiano)

Si battono per l’Idea, non avendone.
(Ennio Flaiano)

In amore gli scritti volano e le parole restano.
(Ennio Flaiano)

La felicità consiste nel non desiderare quello che si possiede.
(Ennio Flaiano)

Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno l’invoca, la primavera l’invidia e tenta puerilmente di guastarla.
(Ennio Flaiano)

Si arriva a una certa età nella vita e ci si accorge che i momenti migliori li abbiamo avuti per sbaglio. Non erano diretti a noi.
(Ennio Flaiano)

La morte ha la faccia di certe signore che telefonano al bar col gettone: e a un certo momento, senza smettere di telefonare, vi fanno un cenno di saluto e di sorpresa.
(Ennio Flaiano)

E pensare che questa farsa durerà ancora miliardi di anni, dicono.
(Ennio Flaiano)






L’eroe moderno non è più la vittima di una congiura divina, ma soltanto il frutto delle sue proprie inibizioni.
(Ennio Flaiano)

Che ne sanno i giovani di amore e di fare all’ amore. Ne parlano tanto nelle loro canzoni, si baciano, fanno anche l’amore, ma che capiscono?
(Ennio Flaiano)

La satira ci rende fieri, come se ci riconoscesse uno stato civile artistico, un diploma che ci sollevi dalla mediocrità e dal grigiore delle parti secondarie.
(Ennio Flaiano)

Viaggiare è come tenere i rubinetti aperti e vedere il tempo che va via, sprecato, liquido, intrattenibile.
(Ennio Flaiano)

La scelta è il male. Rifiutarsi di scegliere. Anzi, rifiutarsi, semplicemente.
(Ennio Flaiano)

L’amore non può nascere che dall’ oscuro desiderio che è in noi stessi di ripetere le sconfitte infantili. L’amore comincia quando ci accorgiamo di aver sbagliato ancora una volta.
(Ennio Flaiano)

Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.
(Ennio Flaiano)

Oggi il cretino è pieno di idee.
(Ennio Flaiano)

Chi vive nel nostro tempo raramente sfugge alla nevrosi. Per vivere bene non bisogna essere eccessivamente contemporanei.
(Ennio Flaiano)






I grandi premi non vengono mai dati allo scrittore, ma ai suoi lettori. Poveracci, se li meritano.
(Ennio Flaiano)

La crisi della cultura. C’è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l’inglese.
(Ennio Flaiano)

L’immaginazione al potere. Ma quale immaginazione accetterà di restarvi?
(Ennio Flaiano)

Il medium è il messaggio. Se abbiamo ben capito, professore, è inutile aprire le lettere, è il postino che dobbiamo leggere.
(Ennio Flaiano)

Il successo alla moda si ottiene con la pubblicità e si paga con la prostituzione alla folla. Invertendo l’ordine dei fattori il successo non cambia, diventa forse più duraturo, perché “sofferto”. Il successo ottenuto col merito e pagato con l’indifferenza annoia il grosso pubblico e, da qualche tempo in qua, anche gli altri.
(Ennio Flaiano)

Ritrattino. Uno di quei tali che, per trovare la sua serenità, ha bisogno di farla perdere agli altri.
(Ennio Flaiano)

In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi.
(Ennio Flaiano)

La disattenzione è il modo più diffuso di leggere un libro, ma la maggior parte dei libri oggi non sono soltanto letti ma scritti con disattenzione.
(Ennio Flaiano)

Viviamo in un’epoca drammatica che usa parole drammatiche. La parola problema è la più disperante: tende ad elevare a problema ogni questione o opinione, e in in certo senso a comunicargli un sospetto di insolubilità. Così viviamo circondati da problemi superflui, che non si porrebbero se si osasse cambiare la parola per definirli correttamente.
(Ennio Flaiano)

Mi chiedevo se era quella la rassegnazione, quel vuoto aspettare, contando i giorni come i grani di un rosario, sapendo che non ci appartengono, ma sono giorni che pure dobbiamo vivere perché ci sembrano preferibili al nulla.
(Ennio Flaiano)






Un buon scrittore non precisa mai.
(Ennio Flaiano)

Una donna che fugge attira l’inseguitore, anzi lo crea.
(Ennio Flaiano)

I dubbi confortano, meglio tenerseli.
(Ennio Flaiano)

Il prossimo è troppo occupato coi propri delitti per accorgersi dei nostri.
(Ennio Flaiano)

Un tale, morto, consegnò al suo angelo custode la propria coscienza. Era intatta, senza il più piccolo rimorso.
(Ennio Flaiano)

“Senza il più piccolo rimorso” commentò l’angelo che quel giorno era di buonumore. “Che mancanza d’immaginazione”.
(Ennio Flaiano)

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
(Ennio Flaiano)

La serietà è apprezzabile soltanto nei fanciulli. Negli uomini saggi è il riflesso della rinuncia.
(Ennio Flaiano)

Quando la Scienza avrà messo tutto in ordine, toccherà ai poeti mischiare daccapo le carte.
(Ennio Flaiano)

La castità è il miraggio degli osceni.
(Ennio Flaiano)






«Credete in Dio?». «Io sì, ma è Dio che non crede in me».
(Ennio Flaiano)

Io muoio alla giornata.
(Ennio Flaiano)

L’infelicità è essa stessa un vizio.
(Ennio Flaiano)

Essere pessimisti circa le cose del mondo è un pleonasmo, non è che anticipare quel che accadrà.
(Ennio Flaiano)

Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta.
(Ennio Flaiano)

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