La cartapesta
sudava l’inchiostro,
che seco serbava
tristizia e sgomento.
Senz’ aver pennelli o tele,
Senza mai meriggi o sere,
Senza ormeggi senza vele
E con nel boccale il fiele.
Tra le labbra secche il sale
di smarriti baci al sole,
Lembi e lemmi di parole
Che non leggerai mai più.
Io stordito riconosco,
come il ribollir del mosto,
una rabbia che mi mangia,
fino a giù, al bianco dell’osso.
E stranito misconosco
quel che credevo tu fossi,
mentre osservo tra le fiamme
tutto ciò che un dì fu nostro.