In chiostro

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La cartapesta
sudava l’inchiostro,
che seco serbava
tristizia e sgomento.

Senz’ aver pennelli o tele,
Senza mai meriggi o sere,
Senza ormeggi senza vele
E con nel boccale il fiele.

Tra le labbra secche il sale
di smarriti baci al sole,
Lembi e lemmi di parole
Che non leggerai mai più.

Io stordito riconosco,
come il ribollir del mosto,
una rabbia che mi mangia,
fino a giù, al bianco dell’osso.

E stranito misconosco
quel che credevo tu fossi,
mentre osservo tra le fiamme
tutto ciò che un dì fu nostro.

(Sonnessa Gianluca)

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