Enzo Anselmo Ferrari,meglio conosciuto come Enzo Ferrari
(N. Modena, 18/02/1898 – M. Modena, 14 agosto 1988)
soprannominato il “Drake”, è stato un imprenditore, dirigente sportivo e pilota, creatore di un marchio industriale e sportivo, fondatore della omonima casa automobilistica, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, che conquistò, con Enzo ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti di Formula 1 e 17 totali.
Enzo Ferrari, ha conquistato estimatori e tifosi ovunque,
era un genio anche nelle battute e nell’ inventare frasi sorprendenti e memorabili.
In questa sezione abbiamo realizzato per voi una raccolta completa con le più belle frasi, aforismi e citazioni di Enzo Ferrari.
Buona lettura 😉
Frasi, aforismi e citazioni di Enzo Ferrari
Io sono uno che ha sognato di essere Enzo Ferrari.
(Enzo Ferrari)
La migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima.
(Enzo Ferrari)
Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
(Enzo Ferrari)
Le vere domande che mi scombussolano non sono quelle dei giornalisti, ma quelle che continuo a farmi io.
(Enzo Ferrari)
Non fare mai del bene se non sei preparato all’ ingratitudine.
(Enzo Ferrari)
No amore io non ti tradisco con le altre, sono io che tradisco le altre per stare con te.
(Enzo Ferrari)
Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine. Alcuni dicono che Gilles Villeneuve sia pazzo. Ma io dico: lasciate che provi.
(Enzo Ferrari)
La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un attimo dopo il traguardo.
(Enzo Ferrari)
L’azienda è composta primo dagli uomini che ci lavorano, poi dai macchinari ed infine dai muri.
(Enzo Ferrari)
Se lo puoi sognare, lo puoi fare.
(Enzo Ferrari)
C’è chi valutava Gilles Villeneuve uno svitato, ma con il suo ardimento, e con la capacità distruttiva che aveva nel pilotare auto macinando semiassi, cambi e freni ci ha insegnato cosa fare.
È stato campione di combattività e ha regalato tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene.
(Enzo Ferrari)
Se un’anima c’è, è molto più probabile che ce l’abbia un motore piuttosto che un essere umano.
(Enzo Ferrari)
Un pilota perde un secondo a ogni figlio che gli nasce.
(Enzo Ferrari)
Ci asteniamo dal precisare il numero di cavalli che hanno i nostri motori.
Quando le nostre macchine vincono vuol dire che hanno più cavalli, quando perdono vuol dire che ne hanno di meno.
(Enzo Ferrari)
Quando le mie macchine vincono solcando il traguardo, mi assale un grande orgoglio nell’ essere italiano.
(Enzo Ferrari)
Io non ho mai fatto un viaggio turistico non sono mai andato una volta in vita mia in vacanza; per me le più belle ferie sono quelle di restare nella mia officina quando vi sono rimasti pochi collaboratori;
è il momento in cui ci si può concentrare in programmi di studi e modifiche.
(Enzo Ferrari)
La passione permette di sopportare amarezze e rinunce che l’ambizione non giustificherebbe in alcun modo.
(Enzo Ferrari)
La mia adolescenza ha conosciuto tre passioni dominanti, tre grandi sogni:
tenore d’operetta, giornalista sportivo, corridore d’automobile.
Il primo sogno sfumò per mancanza di voce, il secondo resistette, ma in forma velleitaria;
il terzo ebbe il suo corso, la sua evoluzione.
E’ sempre bene avere dei sogni di riserva.
(Enzo Ferrari)
Metto le lenti scure perché non voglio dare agli altri la sensazione di come sono fatto dentro.
(Enzo Ferrari)
L’aerodinamica è il risarcimento per chi non sa spremere cavalli dal motore.
(Enzo Ferrari)
Forse il problema è nel tuo piede destro.
(Enzo Ferrari)
Piansi per la gioia. Ma le mie lacrime d’entusiasmo erano mischiate con quelle di dolore perché pensai: oggi ho ucciso mia madre.
(Enzo Ferrari)
I nostri tifosi ci chiedono vittorie e noi lavoriamo per dargliele.
(Enzo Ferrari)
Sono i sogni a far vivere l’uomo. Il destino è in buona parte nelle nostre mani,
sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo.
(Enzo Ferrari)
Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me l’automobile.
Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da corsa.
(Enzo Ferrari)
I motori sono come le donne, bisogna saperli toccare nelle parti più sensibili.
(Enzo Ferrari)
Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un automobile,
sicuramente la farà rossa.
(Enzo Ferrari)
Non abbiamo petrolio e miniere ma possiamo primeggiare nel mondo con la fantasia.
(Enzo Ferrari)
Non sono mai stato né progettista né calcolatore. Sono sempre stato un agitatore di uomini e di talenti.
(Enzo Ferrari)
Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola.
(Enzo Ferrari)
Il secondo è il primo degli ultimi.
(Enzo Ferrari)
Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine.
Alcuni dicono che Gilles Villeneuve sia pazzo. Ma io dico: lasciate che provi.
(Enzo Ferrari)
Tu sai guidare un trattore, ma non saprai mai guidare una Ferrari.
(Enzo Ferrari)
I vecchi sono come i mobili antichi, meno li sposti e più durano.
(Enzo Ferrari)
Mi ritengo peggiore degli altri, ma non so quanti siano migliori di me.
(Enzo Ferrari)
Mi ha deluso l’impotenza a difendere la vita di mio figlio, che mi è stato strappato, giorno dopo giorno, per 24 anni.
(Enzo Ferrari)
Loro due erano gli unici che vincevano anche quando perdevano.
(Enzo Ferrari)
Su un letto dell’ospitale canonica gli dissi: “Coraggio Tazio, sarà per il prossimo anno”.
Mi rispose: “Ferrari, giornate come questa, alla nostra età, non ne tornano molte; ricordalo e cerca di gustarle fino in fondo, se ci riesci”. In queste parole, che forse erano una umile confessione, era nascosto il dramma di quell’ uomo fatto d’ un sol fascio di nervi, il dramma di un padre che aveva visto morire entrambi i suoi figli adorati e che invano sperava con tutto il cuore di non dover attendere la morte in un letto.
Era un solitario, un uomo amareggiato per la crudeltà con cui il destino lo aveva colpito negli affetti più profondi, tuttavia, e non suoni irriverente questa mia osservazione, non cessò mai di essere un sagace regista di se stesso.
Pochi come lui conobbero la folla, capirono quello che la folla voleva, seppero alimentare il proprio mito.
Ogni suo atto, ogni suo gesto era previsto e calcolato, pur negli spasimi di una vita di atleta lanciato agli estremi rischi.
(Enzo Ferrari)
(A proposito di Tazio Nuvolari) Non appena mi giunse la notizia della sua fine partii per Mantova. Era un caldo pomeriggio: l’11 agosto 1953. Nella fretta mi persi in un dedalo di stradine della vecchia Mantova. Scesi di macchina, domandai a un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla mia macchina per leggere la targa. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore, si commosse. “Grazie d’essere venuto – mi bisbigliò – come quello là non ne nasceranno più.
(Enzo Ferrari)
Sul famoso stile di guida di Tazio Nuvolari se ne sono dette di tutti i colori. Succede del resto sempre così, quando un uomo arriva ai limiti dell’impossibile: si impadronisce di lui il mito e, allora, se faceva il pugile, si racconta che sapeva uccidere un toro con un pugno, e se faceva il pilota, che percorreva le curve su due ruote.
(Enzo Ferrari)
(A proposito di Tazio Nuvolari) Un prodigio insuperato dell’istinto ai limiti delle possibilità umane e delle leggi fisiche.
(Enzo Ferrari)
Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me l’automobile. Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da corsa.
(Enzo Ferrari)
L’automobile è un’espressione di libertà, e il rischio che stiamo correndo è quello di ammazzarci perché ce n’è troppa. Del resto, ci sono due modi classici di morire: di fame e di indigestione.
(Enzo Ferrari)
Quando l’uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare.
(Enzo Ferrari)
Non accetto e non dimentico che mi hanno chiamato Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora.
(Enzo Ferrari)
Preferisco essere chiamato semplicemente Ferrari ed è quello che ho ottenuto entrando ogni mattina dal mio barbiere.
(Enzo Ferrari)
Sono l’espressione vivente della fantasia dei giornalisti.
(Enzo Ferrari)
Io sono indispensabile a tutti voi giornalisti, perché se non aveste avuto un Ferrari dovreste inventarlo, perché avreste meno da scrivere. Avete bisogno di Ferrari. D’altra parte quello che fate voi non mi stupisce, perché gli italiani perdonano tutto, ai ladri, agli assassini, ai sequestratori, a tutti, ma non perdonano il successo.
(Enzo Ferrari)
Con tanti riconoscimenti, mi è venuto il dubbio di essere qualcuno.
(Enzo Ferrari)
Finché ho potuto ho dato. È dal 1929 che dò qualcosa.
(Enzo Ferrari)
Giù le mani dalla Ferrari: di me dite quello che volete.
(Enzo Ferrari)
“Soddisfare una mia ansia realizzatrice”.
(Enzo Ferrari)
Ammiro tutti coloro che hanno una passione ed hanno la sapienza e la costanza di coltivarla. Sono loro il motore del mondo.
(Enzo Ferrari)
Nel mio lavoro, ascoltando la voce armoniosa della materia plasmata, quasi un germoglio di vita , mi sono avvicinato al mistero dell’anima, ma non sono mai riuscito a scoprire la mia.
(Enzo Ferrari)
Sono tranquillo, anche se non sereno, anche se così terribilmente imperfetto. Non mi sono mai pentito. Rammaricato, spesso, pentito mai, perchè ripeterei le stesse azioni, comportandomi però in modo completamente diverso. Nella mia vita ho fatto quello che mi faceva piacere, non ho credito con nessuno. Mi sono limitato a fare quello che ho fatto, ma forse nell’ altro Pianeta avrò più successo.
(Enzo Ferrari)
Un giorno io non ci sarò più. Spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo.
(Enzo Ferrari)
Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
(Enzo Ferrari)