Kobe Bryant nato il 23 agosto 1978, sotto il segno del Leone, negli Stati Uniti, aveva due soprannomi, anch’ essi molto noti, “Mister 81” e “Black Mamba”.
Uno era legato a una sua grande prestazione sul campo, l’altro invece lo aveva scelto lui stesso ispirandosi al film ‘Kill Bill’ di Quentin Tarantino.
Filadelfia era la sua città natale, ma non tutti sanno che ha mosso i suoi primi passi in Italia, un mito che rimarrà per sempre.
Da suo padre Joe Bryant aveva ereditato la passione per la pallacanestro, Kobe era il terzogenito dell’ex campione di basket e di Pamela Cox.
Sua madre è sorella dell’ex cestista Chubby Cox, e suo cugino John Cox è anch’egli un cestista.
Possiamo proprio dire che l’intera famiglia ruotava intorno al pallone a spicchi!
Kobe aveva due sorelle maggiori, Sharia e Shaya.
Il campione, nel 2001, sposò la moglie Vanessa Laine.
La coppia ha avuto quattro splendide figlie:
Natalia Diamante Bryant, nata il 19 gennaio 2003,
Gianna Maria-OnoreBryant, nata il 1º maggio 2006,
Bianka Bella Bryant, nata il 5 dicembre 2016,
e Capri Kobe Bryant, nata nel 2019.
Black Mamba è davanti a Michael Jordan nella classifica punti: ne ha totalizzati più di 33mila nella sua carriera.
Aveva giocato nel ruolo di guardia tiratrice ed è stato iscritto tra i migliori cestisti della storia dell’NBA, conquistandosi un posto tra i migliori di sempre,diventando una vera una leggenda sportiva che ha pochi eguali nella storia; questo immenso campione dell’NBA, ha militato per ben 20 stagioni, diventando, una stella che non ha mai smesso di brillare, neanche dopo il suo ritiro (2016).
Un gigante che nessuno potrà dimenticare, lucido e implacabile in campo, dolcissimo fuori.
Nella sua carriera agonistica, ha conquistato 5 titoli con i Los Angeles Lakers, e ha vinto la medaglia d’oro in tutte le seguenti competizioni con la nazionale Usa:
– FIBA Americas Championship 2007,
– Giochi olimpici di Pechino 2008,
– Londra 2012.
Nel 2018 ha vinto il Premio Oscar con Glen Keane, categoria miglior cortometraggio d’animazione, con Dear Basketball, ispirato alla sua storia.
Era la notte del 26 gennaio 2020 a Los Angeles, quando il sito statunitense TMZ riporta la notizia che Kobe ci aveva lasciato a causa di uno spaventoso incidente in elicottero, dove era a bordo con la figlia Gianna Maria e altre sette persone.
La notizia viene poi confermata da tutte le agenzie del mondo. Nessun superstite.
La verità scioccante prende di sorpresa tutto il mondo, da quello dello sport a quello della politica, dell’intrattenimento, fino alla gente comune, che ha solo parole di cordoglio e di ricordo per il grande campione, che ci ha lasciato troppo presto.
In ricordo di questo immenso campione, in questa sezione abbiamo realizzato una raccolta completa delle più belle frasi di Kobe Bryant.
Buona Lettura 😉
Frasi di Kobe Bryant
Caro basket, dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.
(Kobe Bryant)
Ho corso su e giù per ogni parquet dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno ti ho dato il mio cuore perché c’era tanto altro dietro.
(Kobe Bryant)
I giocatori europei sono molto più tecnici degli americani, in Europa insegnano a giocare a pallacanestro sin da piccoli, hanno più tecnica.
È qualcosa che qui in America dobbiamo sistemare, dobbiamo insegnare ai più piccoli a giocare.
Qui si insegna un basket ridicolo, i fondamentali vengono trascurati, per questo abbiamo giocatori come i fratelli Gasol e gli Spurs hanno il 90% del roster composto da giocatori europei.
Se non fossi cresciuto in Italia non avrei imparato a palleggiare, a tirare con la sinistra e ad avere un corretto movimento dei piedi.
Mentre ero in Italia ho avuto la fortuna di assistere ai clinic di Red Auerbach e Tex Winters.
Io, Manu ed altri nati in quegli anni siamo stato figli di quelli insegnamenti.
Gli allenatori Americani dovrebbero insegnare i fondamentali ai bambini e non trattarli come “vacche da soldi” traendone profitti.
(Kobe Bryant)
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore non per vincere una sfida ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE perché è quello che fai quando qualcuno ti fa sentire vivo come tu mi hai fatto sentire.
(Kobe Bryant)
È vero, a volte dico ciò che penso perché gioco ogni gara come se fosse l’ultima ed è frustrante vedere gli altri che non la pensano così.
Se la squadra ha bisogno è necessario stringere i denti,
anche con qualche infortunio.
(Kobe Bryant)
È successo, e succede, quando perdi il divertimento per il gioco.
Quando ti fai schiacciare da due cose: le aspettative che gli altri hanno nei tuoi confronti,
e le distrazioni legate a tutti gli obblighi commerciali che ti stanno attorno.
Allora devi ricordarti che quello che fai è una benedizione.
Che è un gioco, semplicemente un gioco.
Devi recuperare l’istinto di quando eri bambino.
(Kobe Bryant)
C’è un fattore fisico.
In estate mi sono operato al ginocchio e ancora non mi sento completamente sicuro nei movimenti.
Però questo mi ha dato la possibilità di variare il mio gioco.
Di essere meno esplosivo, di pensare di più. Di girare attorno al canestro, piuttosto che attaccarlo ogni volta.
Mi offre più possibilità di coinvolgere anche i compagni nel gioco.
(Kobe Bryant)
Non è così, ma questo fa parte delle leggende sul mio conto.
Non voglio parlarne.
Però una persona cresce e vede le cose in modo diverso.
Ho vinto tre titoli e credo di non dover dimostrare più nulla.
La mia prossima sfida è trasformare i miei compagni,
aiutare il gruppo a diventare una squadra capace di competere per il titolo.
(Kobe Bryant)
Non importa quanto segni.
Quello che conta è uscire dal campo felice.
(Kobe Bryant)
Voi mi conoscete, è anche inutile che ve lo dica:
sapete benissimo che non farei mai una cosa del genere.
Stanno circolando molte storie assurde su quello che sarebbe successo.
(Kobe Bryant)
Hai fatto vivere a un bambino di sei anni il suo sogno di essere un Laker e per questo ti amerò per sempre.
Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia la mia mente può gestire la fatica ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.
(Kobe Bryant)
Devi diventare forte, una roccia.
Sennò non sopravvivi.
È stato un anno molto duro.
Qui a Los Angeles i media sono molto aggressivi e sì, forse tendono a giudicarmi prima del tempo.
Anche i fan sul campo sembra che mi abbiano già giudicato,
ma loro sono tifosi, fanno il loro mestiere, non ho nessun risentimento.
Gioco a basket, la mia terapia. La mia fuga da ciò che mi sta succedendo.
Forse mi diverto più in allenamento che in partita.
(Kobe Bryant)
Anche qui dovrei spiegare troppe cose che sono private.
Io di Phil ho sempre avuto una stima immensa.
Oggi lo sento molto più vicino anche umanamente.
(Kobe Bryant)
Quando ci siamo incontrati per la prima volta ero solo un ragazzino.
Alcuni di voi mi hanno adottato, altri no. Ma tutti avete contribuito a farmi diventare il giocatore e l’uomo che avete davanti oggi.
Mi avete dato la fiducia necessaria per fare buon uso della mia rabbia.
I vostri dubbi mi hanno dato la determinazione a dimostrarvi che vi sbagliavate.
Siete stati testimoni della trasformazione delle mie paure nella mia forza.
E il vostro rifiuto mi ha insegnato il coraggio.
Sia che mi vediate come l’eroe o come il cattivo, sappiate che ci ho messo ogni emozione, ogni briciolo di passione, e tutto me stesso nell’essere un Laker. Quello che avete fatto per me è di gran lunga più grande di quello che ho fatto io per voi.
Sapevo che avrei indossato i colori dei Lakers in ogni minuto di ogni partita.
Lo onorerò oggi e per tutto il resto della stagione.
Il mio amore per questa città, per questa squadra e per ciascuno di voi non svanirà mai.
(Kobe Bryant)
Una persona speciale, Magic Johnson: il primo a chiamarti per farti i complimenti.
Il primo a chiamarti se qualcosa non va.
Sono orgoglioso di conoscerlo.
Lui è stato grande, può capirmi al volo.
(Kobe Bryant)
Quella è stata una serata irripetibile. Unica.
Ma Wilt Chamberlain coi suoi cento punti può stare tranquillo.
Il suo record rimarrà.
(Kobe Bryant)
Quando tutto sarà chiarito in questa vicenda,
tutte le cose si aggiusteranno, ve lo garantisco.
(Kobe Bryant)
Ricordo quando a Philadelphia giocavo da solo nei playground, senza sapere in quale squadra sarei andato.
Sognavo Magic Johnson, il mio idolo da quando avevo sei anni.
Avevo fame di futuro, oggi invece comincio a pensare in termini di quanti anni mi sono rimasti.
(Kobe Bryant)
Giocare bene qui è qualcosa di speciale:
è l’ultima storica arena rimasta ancora in piedi in America, si respira la gloria del passato.
(Kobe Bryant)
È brillante, molto intelligente, comunica molto bene.
È divertente e non si prende troppo sul serio.
Con lui è stato un periodo fantastico per tutti.
(Kobe Bryant)
La sua forza sta nell’abilità di unire la gente,
nel mettere il bene del gruppo sempre davanti a quello del singolo.
Sono praticamente inarrestabile.
(Kobe Bryant)
Quando la partita si mette male, i miei compagni sanno a chi rivolgersi.
(Kobe Bryant)
Per i tifosi di pallone il calcio è più di uno sport,
lo vivono in maniera più intensa,
sembra più una religione.
(Kobe Bryant)
Vi piace ricamarci sopra eh? Non sono stupido,
senza Shaq non avrei vinto tre titoli.
(Kobe Bryant)
Non è più lo Shaq di una volta ma sta giocando molto bene.
I compagni lo cercano e se prende palla sottocanestro,
contro uno come Gasol che pesa 100 kg di meno,
c’è poco da fare.
(Kobe Bryant)
Non andiamo a cena assieme, non siamo amici.
Ma il rapporto coach-giocatore è ideale.
È conflittuale il giusto, perché entrambi amiamo le sfide.
Senza Phil non sarei diventato quello che sono.
(Kobe Bryant)
È difficile da descrivere.
Ti senti improvvisamente pieno di fiducia in te stesso, ti senti forte sulle gambe,
con una buona visione del canestro e inizi a segnare.
Dopo un po’ ti convinci che qualsiasi tiro sia destinato al canestro.
Anche quelli che sbagli.
(Kobe Bryant)
Quella partita fu speciale, servì per dare certe risposte a chi dubitava.
Ho avuto momenti bui, in cui non sapevo bene chi fossero gli amici.
(Kobe Bryant)
Sto facendo schifo, sono il 200° miglior giocatore della Nba in questo momento.
[…] I miei compagni mi danno la palla, mi fanno dei passaggi meravigliosi.
Il loro lavoro è rendermi la vita facile, il mio è di concludere.
La cosa più responsabile da fare è fare canestro.
(Kobe Bryant)
Ho appena visto il film Anger Management e giuro che per un istante ho creduto di rivederlo.
Insomma, Jack sembrava davvero che recitasse.
(Kobe Bryant)
Non ho mai creduto di poter giocare una partita del genere, i tiri da fuori non sono la mia specialità.
Ma ne ho segnato uno e ho detto: Vediamo se va dentro anche il secondo.
E così via, finché non ne ho contati dodici…
(Kobe Bryant)
Arrivare secondo vuol dire essere solo il primo tra gli sconfitti.
(Kobe Bryant)
È difficile spiegare cosa sia successo, faccio fatica a rendermene conto.
E se dicessi che avevo in mente di fare qualcosa di simile, mentirei.
A un certo punto tutti si sono resi conto che era una serata particolare.
(Kobe Bryant)
Ho corso su e giù per ogni parquet dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno ti ho dato il mio cuore perché c’era tanto altro dietro.
(Kobe Bryant)
Non importa quanto segni. Quello che conta è uscire dal campo felice.
(Kobe Bryant)
È vero, a volte dico ciò che penso perché gioco ogni gara come se fosse l’ultima ed è frustrante vedere gli altri che non la pensano così.
Se la squadra ha bisogno è necessario stringere i denti, anche con qualche infortunio
(Kobe Bryant)
La sua lettera di addio al mondo del B2sket
Dear Basketball,
From the moment I started rolling my dad’s tube socks.
And shooting imaginary game-winning shots in the Great Western Forum I knew one thing was real: I fell in love with you. A love so deep I gave you my all from my mind & body to my spirit & soul. As a six-year-old boy deeply in love with you.
I never saw the end of the tunnel.
I only saw myself running out of one. And so I ran. I ran up and down every court after every loose ball for you. You asked for my hustle I gave you my heart because it came with so much more. I played through the sweat and hurt not because challenge called me but because YOU called me.
I did everything for YOU because that’s what you do.
When someone makes you feel as alive as you’ve made me feel.
You gave a six-year-old boy his laker dream and I’ll always love you for it. But I can’t love you obsessively for much longer.
This season is all I have left to give. My heart can take the pounding my mind can handle the grind but my body knows it’s time to say goodbye.
And that’s OK. I’m ready to let you go.
I want you to know now so we both can savor every moment we have left together. The good and the bad. We have given each other all that we have.
And we both know, no matter what I do next I’ll always be that kid with the rolled up socks garbage can in the corner:
05 seconds on the clock ball in my hands.
5 … 4 … 3 … 2 … 1
Love you always,
(Kobe)
Caro Basket,
sin dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzettoni di mio papà e a immaginare canestri decisivi per la vittoria al Great Western Forum, mi è subito stata chiara una cosa: mi ero innamorato di te.
Un amore così grande che ti ho dato tutto me stesso.
Come un bimbo di sei anni, innamorato, non ho mai visto la luce in fondo al tunnel.
Mi vedevo soltanto correre, e così ho corso. Su e giù per ogni campo, rincorrendo ogni pallone per te. Mi hai chiesto il massimo sforzo, così ti ho dato il mio cuore.
Ho giocato quando ero stanco e affaticato, non perché fossero state le sfide a chiamarmi, ma perché TU mi hai chiamato. Ho fatto qualsiasi cosa per TE, perché così fanno le persone quando qualcuno le fa sentire vive (come hai fatto tu con me).
Hai dato a un bimbo di sei anni il sogno di essere un giocatore dei Lakers e ti amerò sempre per questo. Ma non posso amarti in modo ossessivo per molto tempo ancora. Questa stagione è tutto quel che mi rimane da darti.
Il mio cuore può reggere il peso, anche la mia mente, ma il mio corpo sa che è giunto il momento di salutarci. Ma va bene così.
Sono pronto a lasciarti andare. Volevo che tu lo sapessi, così potremo assaporare meglio ogni momento che ci rimarrà da gustare insieme.
Le cose belle e quelle brutte. Ci siamo dati l’un l’altro tutto. Ed entrambi sappiamo che, qualsiasi cosa farò, sarò sempre quel bambino con i calzettoni, il cestino della spazzatura nell’angolo e 5 secondi ancora sul cronometro, palla in mano.
5… 4… 3… 2… 1.
Ti amerò sempre.
Tuo Kobe
(Kobe Bryant)