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Le più belle frasi di Umberto Eco – Raccolta Completa - L'Aforisma.it | Frasi Citazioni e Aforismi

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di Frasi, Aforismi & Citazioni

sabato, Dicembre 21, 2024

Le più belle frasi di Umberto EcoRaccolta Completa

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Umberto Eco, celebre scrittore, era nato il 5 gennaio 1932 ad Alessandria, ed era il figlio di un ferramenta.
Si iscrisse all’Università di Torino, dove si laureò in filosofia con una tesi su Tommaso d’Aquino.
Durante gli studi universitari, Umberto Eco, abbandonò definitivamente la Chiesa Cattolica, in particolare mentre conduceva i suoi studi su San Tommaso d’Aquino, sul quale disse la celebre frase ironica:
“si può dire che lui mi abbia miracolosamente curato dalla fede!”.
Ma chi era Umberto Eco e quali sono gli aspetti salienti della sua vita?
Dalla storia della vita del celebre scrittore apprendiamo che iniziò a lavorare in Rai negli anni Cinquanta, dove contribuì alla formazione del movimento letterario Gruppo ’63.
Dalla biografia di Umberto Eco si ricorda che negli anni Sessanta scrisse numerosi articoli e saggi sull’influenza dei mezzi di comunicazione di massa, e diventò condirettore della casa editrice di Valentino Bompani dal 1959 fino al 1975.
Nel 1961 Umberto Eco scrisse uno dei suoi saggi più famosi, ossia “Fenomenologia di Mike Bongiono”, in cui individuava il motivo del successo del conduttore, nella sua capacità di riportare sul piccolo schermo il pensiero e l’interpretazione dell’uomo medio.
Per capire chi era Umberto Eco, bisogna ricordare quanto caro fu allo scrittore il tema della cultura di massa, che fu affrontato nella raccolta di saggi Apocalittici e integrati.
Sempre negli anni Sessanta, Umberto Eco iniziò ad insegnare semiontica all’università di Bologna a partire dal 1965, mentre nel 1955 inizia la sua collaborazione con L’Espresso, dove negli ultimi trent’anni ha tenuto la rubrica “La bustina di Minerva” sull’ultima pagina del giornale.
Dal riassunto della vita di Eco, si apprende che negli anni Settanta il letterato era una figura di primo piano, molto conosciuta in tutto il territorio nazionale.
Fu proprio in quegli anni che arrivò la fama mondiale, quando nel 1980 pubblica il suo libro più famoso, il romanzo Il nome della Rosa.
Nel 1988 l’ scrittore pubblica un altro celebre romanzo intitolato Il pendolo di Foucault, che diventerà un altro bestseller mondiale.
A ricordare chi era Umberto Eco nel giono della sua scomparsa sono numerosi esponenti del modo della cultura e della politica. Il New York Times lo ha definito «un esperto nell’arcano campo della semiotica».
Numerose sono le frasi famose di Umberto Eco condivise in occasione della sua morte, per ricordarlo anche sui social.

Di seguito abbiamo realizzato una raccolta completa con le più belle frasi di Umberto Eco .

Buona lettura 😉






Frasi di Umberto Eco

“Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è di gettare un’ombra di diffidenza sulle cose troppo serie.”
(Umberto Eco)

“La biblioteca è testimonianza della verità e dell’errore.”
(Umberto Eco)

“Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.”
(Umberto Eco)

“Un racconto è una macchina per generare interpretazioni.”
(Umberto Eco)

“La comicità è la percezione dell’opposto, del diverso; l’umorismo ne è il sentimento.”
(Umberto Eco)

“Non so nulla.
Non c’è nulla che io sappia.
Ma, certe cose si sentono col cuore.
Lascia parlare il tuo cuore,
Interroga i volti,
Non ascoltare le lingue…”
(Umberto Eco)

“Pensa ad un fiume, denso e maestoso, che corre per miglia e miglia, e tu sai dove sia il fiume, dove l’argine, dove la terra ferma.
Ad un certo punto, il fiume, per stanchezza, perché ha corso per troppo tempo e troppo spazio, perché si avvicina il mare, che annulla in sè tutti i fiumi, non sa più cosa sia.
Diventa il proprio delta.
Rimane, forse, un ramo maggiore, ma, molti se ne diramano, in ogni direzione, ed alcuni riconfluiscono gli uni negli altri, e non sai più cosa sia origine di cosa, e, talora, non sai cosa sia fiume ancora, e cosa già mare…”
(Umberto Eco)

“Non tutte le verità son per tutte le orecchie.”
(Umberto Eco)

“Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo.”
(Umberto Eco)

Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.
(Umberto Eco)

“Sono solo gli uomini piccoli che sembrano normali.”
(Umberto Eco)

“Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.”
(Umberto Eco)

“Sì, c’è una lussuria del dolore, come c’è una lussuria dell’adorazione e persino una lussuria dell’umiltà. Se bastò così poco agli angeli ribelli per mutare il loro ardore d’adorazione e umiltà in ardore di superbia e di rivolta, cosa dire di un essere umano?”
(Umberto Eco)

“Tale è la forza del vero che, come il bene, è diffusivo di sè.”
(Umberto Eco)

“E tu non t’incantare troppo su queste teche. Di frammenti della croce ne ho visti molti altri, in altre chiese. Se tutti fossero autentici, Nostro Signore non sarebbe stato suppliziato su due assi incrociate, ma su di una intera foresta.”
“Maestro!” dissi scandalizzato.
“È così Adso. E ci sono dei tesori ancora più ricchi. Tempo fa, nella cattedrale di Colonia vidi il cranio di Giovanni Battista all’età di dodici anni.”
“Davvero?” esclamai ammirato. Poi, colto da un dubbio: “Ma il Battista fu ucciso in età più avanzata!”
“L’altro cranio dev’essere in un altro tesoro” disse Guglielmo con viso serio.
(Umberto Eco)

La filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza.
(Umberto Eco)

I deboli sono carne da macello da usare quando servono a mettere in crisi il potere avverso e da sacrificare quando non servono più.
(Umberto Eco)

Non si cambia il popolo di Dio se non si reintegrano nel suo corpo gli emarginati.
(Umberto Eco)

Tutti possono dire cose sbagliate, basta che le ragioni siano giuste.
(Umberto Eco)

L’ambiguità delle nostre lingue, la naturale imperfezione dei nostri idiomi, non rappresentano il morbo postbabelico dal quale l’umanità deve guarire, bensì la sola opportunità che Dio aveva dato ad Adamo, l’animale parlante. Capire i linguaggi umani, imperfetti e capaci nello stesso tempo di realizzare quella suprema imperfezione che chiamiamo poesia, rappresenta l’unica conclusione di ogni ricerca della perfezione.
(Umberto Eco)

Cos’è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia.
(Umberto Eco)

L’eroe è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco.
(Umberto Eco)

Il cinema è un alto artificio che mira a costruire realtà alternative alla vita vera, che gli provvede solo il materiale grezzo.
(Umberto Eco)

“Tu sei il diavolo” disse allora Guglielmo.
Jorge parve non capire. Se fosse stato veggente direi che avrebbe fissato il suo interlocutore con sguardo attonito. “Io?” disse.
“Sì, ti hanno mentito. Il diavolo non è il principe della materia, il diavolo è l’arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio. Il diavolo è cupo perché sa dove va, e andando va sempre da dove è venuto. Tu sei il diavolo e come il diavolo vivi nelle tenebre.”
(Umberto Eco)

La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai.
(Umberto Eco)

La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità.
(Umberto Eco)

La creazione, anche se produce l’errore, si dà sempre per amore di qualcuno che non siamo noi.
(Umberto Eco)

L’unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità.
(Umberto Eco)

I nomi sono segni con i quali l’uomo tenta di dare un ordine al mondo…
(Umberto Eco)

L’amore vero vuole il bene dell’amato.
(Umberto Eco)

Possono tenere il telefono acceso a tavola i medici, gli idraulici e gli adulteri.
(Umberto Eco)

La presenza sminuisce la fama, mentre la lontananza l’accresce: le qualità perdono lucentezza se si toccano troppo, mentre la fantasia giunge più lontano della vista.
(Umberto Eco)

L’assenza è all’amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande.
(Umberto Eco)

Ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio.
(Umberto Eco)

Appartengo ad una generazione perduta, e mi ritrovo soltanto quando assisto in compagnia alla solitudine dei miei simili.
(Umberto Eco)

Più tardi Lia mi avrebbe detto: “Tu vivi di superfici. Quando sembri profondo è perché ne incastri molte, e combini l’apparenza di un solido – un solido che se fosse solido non potrebbe stare in piedi.”
“Stai dicendo che sono superficiale?”
“No,” mi aveva risposto, “quello che gli altri chiamano profondità è solo un tesseract, un cubo tetradimensionale. Entri da un lato, esci dall’altro, e ti trovi in un universo che non può coesistere col tuo.”
(Umberto Eco)

Per concludere “i libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, […] ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. […] Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”.
(Umberto Eco)

Le preoccupazioni della stampa europea non sono dovute a pietà e amore per l’Italia ma semplicemente al timore che l’Italia, come in un altro infausto passato, sia il laboratorio di esperimenti che potrebbero stendersi all’Europa intera.
(Umberto Eco)

Il sapere non è come la moneta, che rimane fissamente integra anche attraverso i più infami baratti: esso è piuttosto come un abito bellissimo, che si consuma attraverso l’uso e l’ostentazione. Non è così infatti il libro stesso, le cui pagine si sbriciolano, gli inchiostri e gli ori si fanno opachi, se troppe mani lo toccano?
(Umberto Eco)

Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.
(Umberto Eco)

La scienza ha di quelle soluzioni che, se uno non si affretta a immaginarle per malvagità e malizia, saranno ben presto immaginate da qualcuno, e sul serio, e senza malizia la cacopedia ha il fine, santamente ignobile, di porre freni all’immaginazione umana e di mandare a vuoto numerosi futuri concorsi a cattedre universitarie.
(Umberto Eco)

Il mondo è monotono, gli uomini non imparan nulla e ricascano a ogni generazione negli stessi errori ed orrori, gli avvenimenti non si ripetono, ma si somigliano: finiscono le novità, le sorprese, le rivelazioni.
(Umberto Eco)

L’umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull’autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli.
(Umberto Eco)

Wikipedia ha anche un’altra proprietà: chiunque può correggere una voce che ritiene sbagliata. Ho fatto la prova per la voce che mi riguarda: conteneva un dato biografico impreciso, l’ho corretto e da allora la voce non contiene più quell’errore. […] La cosa non mi tranquillizza per nulla. Chiunque potrebbe domani intervenire ancora su questa voce e attribuirmi (per gusto della beffa, per cattiveria, per stupidità) il contrario di quello che ho detto o fatto.
(Umberto Eco)

Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
(Umberto Eco)

Per non apparire sciocco dopo, rinuncio ad apparire astuto ora. Lasciami pensare sino a domani, almeno.
(Umberto Eco)

Come non cadere in ginocchio davanti l’altare della certezza.
(Umberto Eco)

Il cellario non rispose, ma il suo silenzio era abbastanza eloquente.
(Umberto Eco)

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