Sei il fiore che ho timor di toccare
per paura di rovinarne il velluto,
con le dita mie indurite e malmostose.
Ti osservo di nascosto,
fulgida cornice,
innamorato di ciò che procuri
al sesto mio senso
mosso a donare quel tempo
per scriver di te.
Ho inciso sul porfido
speranze che in te riposi,
ripongo e che domani riporrò.
Fai perdere ancora i miei minuti
nel rosso delle labbra affannate,
come quando beffammo
il sole baciandoci le anime
strette sulla panchina.
Amami come mai,
perché mai amai tanto
da sperar che il mio petto
divenisse cuscino per
altrui desideri.
Brama di me ti cinga la notte,
quando il nostro respiro,
senza volerlo s’innalzerà in
un coro di vita sopita.
Vesti il mattino col tuo sguardo.
Perchè questo mio giorno
ha bisogno di te.
(Sonnessa Gianluca)