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Le più belle Frasi di Edgar Allan Poe -Raccolta Completa - L'Aforisma.it | Frasi Citazioni e Aforismi

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giovedì, Novembre 21, 2024

Le più belle Frasi di Edgar Allan PoeRaccolta Completa

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Edgar Allan Poe, nato Edgar Poe (1809 – 1849), è stato uno scrittore, un poeta, un critico letterario e un saggista statunitense.
Edgar Allan Poe lo ricordiamo come uno degli autori più influenti della letteratura americana dell’Ottocento, Poe è stato l’iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e del giallo psicologico.
Sebbene la sua vita e le sue opere siano posteriori rispetto al periodo del romanzo gotico vero e proprio, Edgar Allan Poe alla fine è stato considerato anche uno dei maggiori esponenti del genere gotico.
Del movimento neogotico, infatti, riprende talune suggestioni, svincolandosi però dalle ambientazioni tipiche di tale genere, e sviluppandone maggiormente gli aspetti psicologici, indagando fra le ossessioni e gli incubi personali; pertanto può anche essere considerato come un precursore del decadentismo.
Poe, scrittore di grande inventiva, ha anticipato generi letterari quali il racconto poliziesco , e la fantascienza.
Poe è inoltre considerato il primo scrittore alienato d’America, avendo dovuto lottare per buona parte della vita con problemi finanziari, l’abuso di alcolici e sostanze stupefacenti e con l’incomprensione del pubblico e della critica dell’epoca.

In questa categoria proponiamo, una raccolta completa delle frasi più belle di Edgar Allan Poe.






Frasi di Edgar Allan Poe

Non credete a nulla di quanto sentito dire e non credete che alla metà di ciò che vedete.
(Edgar Allan Poe)

Il semplice fatto di respirare era motivo di gioia, e perfino ciò che solitamente è fonte di dolore mi procurava piacere.
(Edgar Allan Poe)

Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell’intelletto in generale.
(Edgar Allan Poe)

Essere sepolti vivi è senza dubbio, il più terribile tra gli orrori estremi che siano mai toccati in sorte ai semplici mortali. Che sia avvenuto spesso, spessissimo, nessun essere pensante vorrà negarlo. I limiti che dividono la Vita dalla Morte sono, nella migliore delle ipotesi, vaghi e confusi. Chi può dire dove finisca l’una e cominci l’altra ?
(Edgar Allan Poe)

Se guarderai a lungo nell’abisso, anche l’abisso vorrà guardare in te.
(Edgar Allan Poe)

Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.
(Edgar Allan Poe)

Come regola generale, nessuno scrittore dovrebbe far figurare il suo ritratto nelle sue opere. Quando i lettori hanno gettato un’occhiata alla fisionomia dell’autore, di rado riescono a mantenersi seri.
(Edgar Allan Poe)

È veramente da mettere in dubbio che l’intelligenza umana possa creare un cifrario che poi l’ingegno non riesca a decifrare con l’applicazione necessaria.
(Edgar Allan Poe)

Signore aiuta la mia povera anima.
(Edgar Allan Poe)

L’ignoranza è una benedizione, ma perché la benedizione sia completa l’ignoranza deve essere così profonda da non sospettare neppure se stessa.
(Edgar Allan Poe)

Le più alte facoltà della riflessione sono utilizzate più intensamente e con maggior profitto dal modesto gioco della dama che da tutta l’elaborata futilità degli scacchi.
(Edgar Allan Poe)

Non c’è in natura una passione più diabolicamente impaziente di quella di colui che, tremando sull’orlo di un precipizio, medita di gettarvisi.
(Edgar Allan Poe)






I veri, i soli veri pensatori, gli uomini di ardente immaginazione!
(Edgar Allan Poe)

Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno.
(Edgar Allan Poe)

Oggi sono in catene e sono qui. Domani sarò senza ceppi… ma dove?
(Edgar Allan Poe)

Non è veramente coraggioso colui che teme di sembrare od essere, quando gli conviene, un vile.
(Edgar Allan Poe)

Quando un pazzo sembra perfettamente ragionevole è gran tempo, credetemi, di mettergli la camicia di forza.
(Edgar Allan Poe)

E se guarderai a lungo nell’abisso anche l’abisso vorrà guardare in te.
(Edgar Allan Poe)

L’ignoranza è una benedizione, ma perché la benedizione sia completa l’ignoranza deve essere così profonda da non sospettare neppure se stessa.
(Edgar Allan Poe)

Empi il bicchier ch’è vuoto, vuota il bicchier ch’è pieno, non lo lasciar mai vuoto, non lo lasciar mai pieno.
(Edgar Allan Poe)

Non è tutto ciò che vediamo, o ciò che ci sembra di vedere, soltanto un sogno dentro il sogno?
(Edgar Allan Poe)

È la verità! Sono nervoso, sono stato e sono molto, molto, terribilmente nervoso; ma perché volete dire che sono un pazzo? Il male ha affinato i miei sensi, non distrutti, non annientati. Più di chiunque altro avevo avuto acuto il senso dell’udito. Ho ascoltato tutte le voci del cielo e della terra. Molte ne ho intese dall’inferno. Per questo sono pazzo? Uditemi! e osservate con che precisione, con che calma io posso narrarvi tutta la storia.
(Edgar Allan Poe)

Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno.
(Edgar Allan Poe)

Divenni pazzo con lunghi intervalli di orribile sanità mentale.
(Edgar Allan Poe)

E allora parlammo della grande bellezza e importanza della Democrazia e ci demmo un gran da fare per comunicare al Conte un giusto sentimento dei vantaggi di cui godevamo vivendo in un luogo dove imperava il suffragio ad libitum, e non c’era re.
Il Conte ascoltò con palese interesse, e in verità sembrava non poco divertito. Quando avemmo finito, disse che, molto tempo prima, era accaduto qualcosa del genere. Tredici province egizie decisero di colpo di essere libere, proponendo in tal modo un magnifico esempio al resto dell’umanità. Riunirono i loro saggi, e apparecchiarono la costituzione più ingeniosa che fosse possibile concepire. Per qualche tempo se la cavarono non troppo male; soltanto, avevano preso l’abitudine di darsi delle arie in modo da non credersi. Alla fine, tuttavia, quei tredici stati, più altri quindici o venti, finirono in preda del più odioso, del più intollerabile dispotismo di cui mai si sia sentito parlare sulla faccia della Terra.
Chiesi quale mai fosse il nome del tiranno usurpatore. Per quel che il Conte riusciva a ricordare, il suo nome era Plebaglia.
(Edgar Allan Poe)

Non c’è in natura una passione più diabolicamente impaziente di quella di colui che, tremando sull’orlo di un precipizio, medita di gettarvisi.
La viola, la violetta, il vino.
(Edgar Allan Poe)






E così, nelle notti, al fianco io giaccio / del mio amore, mio amore, mia vita e mia sposa, / nel suo sepolcro là in riva al mare, / nella sua tomba in riva al risonante mare.
(Edgar Allan Poe)

Sono giovane e sono poeta (se l’amore per il Bello può rendere poeti) e desidero esserlo. Io sono irrimediabilmente poeta.
(Edgar Allan Poe)

Non è veramente coraggioso colui che teme di sembrare od essere, quando gli conviene, un vile.
(Edgar Allan Poe)

Dichiarare la propria viltà può essere un atto di coraggio.
(Edgar Allan Poe)

Terrore e suspense si addicono alla brevità del racconto.
(Edgar Allan Poe)

Mi pareva di essere vicino a capire, senza riuscire però a capire; come capita di essere vicini a ricordare e non riuscire a ricordare.
(Edgar Allan Poe)

Quando un pazzo sembra perfettamente ragionevole è gran tempo, credetemi, di mettergli la camicia di forza.
(Edgar Allan Poe)






Di un certo libro tedesco è stato detto giustamente che er lässt sich nicht lesse: non si lascia leggere. Ci sono segreti che non si lasciano svelare. Gli uomini muoiono di notte nei loro letti, stringendo le mani di confessori simili a spettri, guardandoli negli ochi e implorando pietà; muoiono con la disperazione nel cuore, con la gola attanagliata dalle convulsioni, per l’orrore dei misteri che non si lasciano rivelare.
(Edgar Allan Poe)

Oggi sono in catene e sono qui. Domani sarò senza ceppi… ma dove?
(Edgar Allan Poe)

Prendi questo bacio sulla fronte! E, ora che sto per lasciarti, Lascia che te lo confessi: Non hai torto tu, quando credi Che nient’altro che un sogno Sono stati i miei giorni; Se la speranza è sfuggita In una notte, o in un giorno, In una visione, o nel nulla È forse per questo meno perduta? Tutto quel che vediamo o sembriamo È un sogno dentro un sogno soltanto. Nel frastuono mi trovo di una riva Che l’onda del mare flagella, E nella mano stringo Grani di sabbia d’oro. Così pochi! Eppure come sfuggono Giù nel profondo attraverso le dita, Mentre piango e piango e piango! Oh Dio! Non posso agguantarli io Con una stretta più forte? Oh Dio! Non posso salvarne uno io Dall’ondata spietata? Non è tutto quel che vediamo o sembriamo Un sogno dentro un sogno soltanto?
(Edgar Allan Poe)

È veramente da mettere in dubbio che l’intelligenza umana possa creare un cifrario che poi l’ingegno non riesca a decifrare con l’applicazione necessaria.
(Edgar Allan Poe)

A volte, ahimè, la coscienza degli uomini si carica di un fardello tanto orribile che riusciamo a liberarcene solo nella tomba. Così l’essenza del crimine rimane avvolta nel mistero.
(Edgar Allan Poe)

Come regola generale, nessuno scrittore dovrebbe far figurare il suo ritratto nelle sue opere. Quando i lettori hanno gettato un’occhiata alla fisionomia dell’autore, di rado riescono a mantenersi seri.
(Edgar Allan Poe)

I veri, i soli veri pensatori, gli uomini di ardente immaginazione!
(Edgar Allan Poe)

Non è possibile dirvi come in principio l’idea entrò nel mio cervello; ma una volta concepita, essa mi possedé giorno e notte. Non v’era né scopo né passione.
(Edgar Allan Poe)






Anche la più sfacciata fortuna deve pur finire col sottomettersi al coraggio mai stanco della filosofia, come la più tenace città all’assedio senza tregua di un nemico.
Mi chiamo Arthur Gordon Pym. Mio padre era un rispettabile commerciante in articoli marittimi a Nantucket, dove io sono nato. Il mio nonno materno faceva l’avvocato e vantava una buona clientela. Era fortunato in tutto e aveva investito con notevole successo nei titoli di quella che un tempo si chiamava la Edgarton New Bank. Grazie a questo e ad altri mezzi era riuscito a metter da parte una discreta somma di denaro. Credo che fosse affezionato a me più che a chiunque altro al mondo, e alla sua morte speravo di ereditare gran parte dei suoi beni. A sei anni mi spedì alla scuola del vecchio signor Ricketts, un eccentrico gentiluomo che aveva un braccio solo ‐ certamente chiunque sia stato a New Bedford lo conoscerà bene. Frequentai quella scuola fino all’età di sedici anni e poi mi trasferii all’accademia del signor E. Ronald, sulla collina. Lì divenni intimo amico del figlio del signor Barnard, un capitano che d’abitudine solcava i mari alle dipendenze della Lloyd e Vredenburgh ‐ anche il signor Barnard è conosciuto a New Bedford e conta, di questo sono sicuro, molti parenti a Edgarton. Suo figlio, di nome Augustus, aveva quasi due anni più di me. Insieme al padre aveva partecipato a una spedizione sulla baleniera John Donaldson, e mi raccontava sempre delle sue avventure nel Pacifico meridionale.
Tornato negli Stati Uniti alcuni mesi or sono, dopo un’incredibile serie di avventure nei mari del Sud e altrove, di cui viene fornito un resoconto nelle pagine che seguono, feci per caso la conoscenza di alcuni gentiluomini di Richmond, in Virginia, i quali mostrarono grande interesse per tutto ciò che riguardava le regioni da me visitate e insistettero per convincermi, quasi si trattasse di un passo doveroso, a rendere pubblico il mio racconto. Vi erano tuttavia vari motivi per rifiutare, e tra questi alcuni assolutamente privati, che riguardavano me soltanto, e altri che non lo erano affatto. Poiché non avevo quasi mai tenuto un diario durante la mia assenza, a frenarmi contribuiva anche il timore di non riuscire a scrivere, affidandomi semplicemente alla memoria, un resoconto così dettagliato e compatto da possedere l’apparenza di quella verità di cui comunque sarebbe stato l’espressione; escluse, naturalmente, certe esagerazioni naturali e inevitabili, alle quali chiunque indulge quando si tratta di descrivere eventi che hanno il potere di eccitare l’immaginazione.
(Edgar Allan Poe)

Fu allora che la nostra imbarcazione si precipitò nella morsa della cateratta dove si era spalancato un abisso per riceverci. Ma ecco sorgere sul nostro cammino una figura umana dal volto velato, di proporzioni assai più grandi che ogni altro abitatore della terra. E il colore della sua pelle era il bianco perfetto della neve.
(Edgar Allan Poe)

Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.
(Edgar Allan Poe)

È veramente da mettere in dubbio che l’intelligenza umana possa creare un cifrario che poi l’ingegno non riesca a decifrare con l’applicazione necessaria.
(Edgar Allan Poe)

Giacché oscure scorie erano su quelle ali e, al loro agitarsi, una maligna essenza ne pioveva – Fatale fu per un’anima che ben l’ha conosciuta.
(Edgar Allan Poe)






Fantasticare infaticabilmente per lunghe ore con l’attenzione fissa su qualche frivolo fregio marginale, o su qualche anomalia tipografica di un libro; incantarmi durante quasi un’intera giornata estiva nello studio di un’ombra insolita cadente di sghimbescio sulla tappezzeria o sull’uscio; perdermi per notti intere a contemplare la ferma fiamma di una lampada, o le braci del camino; sognare per giorni e giorni intorno al profumo di un fiore; ripetere monotonamente parole comuni sinché il loro suono, a forza di essere ripetuto, cessava di rappresentare alla mente un’idea purchessia; perdere ogni sensazione di movimento o di esistenza fisica, grazie a una totale rilassatezza del corpo mantenuta a lungo e ostinatamente; queste tra le tante erano le più comuni e meno perniciose divagazioni prodotte da uno stato delle mie facoltà mentali non ancora in verità del tutto ineguagliato, ma che certo sfidava una qualunque possibile analisi o spiegazione.
(Edgar Allan Poe)

E tutto quello che ho amato, l’ho amato da solo.
(Edgar Allan Poe)

Esiste allora una diabolica provvidenza che prepara l’infelicità nella culla, che getta premeditatamente esseri angelici ricchi d’intelligenza in ambienti ostili, come martiri nel circo? Vi sono dunque delle anime sacre, votate all’altare, condannate a camminare verso la gloria e la morte, calpestando le proprie macerie? L’incubo delle tenebre stringerà in una morsa eterna queste anime elette? Inutilmente si dibattono, inutilmente si addentrano nel mondo, ai suoi fini ultimi, agli stratagemmi; perfezioneranno la loro prudenza, sprangheranno tutte le uscite, barricheranno le loro finestre contro i proiettili del caso; ma il diavolo entrerà nella serratura: una perfetta virtù sarà il loro tallone d’Achille, una qualità superiore il germe della loro dannazione.
(Edgar Allan Poe)

Mascalzoni! – urlai, – smettetela di fingere! Confesso il delitto! Togliete quelle tavole! Qui!
(Edgar Allan Poe)

Come nell’etica il male è conseguenza del bene, così, nella realtà, dalla gioia nasce il dolore. Sia che la memoria della passata felicità costituisca il tormento del presente, sia che le angosce che sono abbiano origine nelle estasi che avrebbero potuto essere.
(Edgar Allan Poe)

Mi pareva di essere vicino a capire, senza riuscire però a capire, come capita di essere vicini a ricordare e non riuscire a ricordare.
(Edgar Allan Poe)






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